nel numero 3 del 2013
Finalmente una buona notizia in tema di diritto di autore!
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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con una sentenza del 23 gennaio 2014, nella causa C-355/12, ha finalmente aperto una breccia nella cittadella fortificata del diritto di autore. Si tratta di una breccia di modesta entità, ma che ha un valore simbolico enorme, sia perché dà speranza alla lotta contro gli abusi del diritto di autore e sia perché colpisce l’aspetto meno accettabile di tali abusi. Quello connesso alla connessione tra tecnologia e diritto di autore.
La vulgata corrente, messa in campo dalle lobbie che sono attive in materia, racconta che la tecnologia reca continue insidie alla tutela del diritto di autore. È vero esattamente il contrario. La tecnologia è usata, in modo sempre più efficace, per creare mercati chiusi, privi di qualsiasi concorrenza, rispetto ai quali il diritto di autore è solo una foglia di fico.
Gli esempi sono numerosi e ciascuno di noi ne è vittima. Nella elettronica è invalso il sistema di dotare gli apparecchi di veri e propri filtri, i quali fanno “girare” sull’apparecchio solo i programmi ammessi dal costruttore.
Un tipico esempio è Apple, che consente di caricare sui propri dispositivi solo i programmi presenti sull’apple store.
Ne risulta un mercato fortemente irrigidito per molteplici motivi. Da un lato il possesso di un determinato dispositivo impone di usare solo i programmi ammessi dal costruttore del dispositivo. Dall’altro, una volta acquisito un patrimonio di programmi legati ad un dispositivo, diventa difficile cambiarlo in quanto ciò significherebbe rendere inutilizzabile l’insieme programmi già acquistati per quel dispositivo. Si creano, perciò, le condizioni per una fedeltà forzata che contraddice radicalmente la libertà del mercato. Al tempo stesso, il produttore dell’apparato si mette nelle condizioni di poter imporre il pagamento di royalties a chi
vuol vendere programmi che possano funzionare sui suoi apparati.
Si creano, in definitiva, tanti mercati paralleli, ciascuno dei quali segnato dal dominio incontrastato di un monopolista.