nel numero 2 del 2011
La disciplina del servizio pubblico radiotelevisivo alla luce della Comunicazione della Commissione europea del 2009 in tema di aiuti di Stato
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Con la Comunicazione sul servizio pubblico radiotelevisivo (di seguito la Comunicazione) pubblicata il 27 ottobre 2009 la Commissione europea ridefinisce la cornice relativa all’applicabilità delle norme sugli aiuti di Stato alle emittenti di servizio pubblico, precisandone natura e ruolo nell’ambito dei servizi di interesse economico generale (di seguito SIEG) alla luce del processo di liberalizzazione e dei progressi tecnologici degli ultimi anni.
Il suo contenuto non propone in realtà elementi nuovi alla riflessione da tempo in corso sulla problematica, a distanza di otto anni dalla precedente, analoga comunicazione. Pur tuttavia essa ha il merito di riproporre con precisione e chiarezza i vari aspetti, collocandoli nel quadro giuridico di riferimento e indicando i parametri per verificare la compatibilità comunitaria della sua organizzazione e del suo finanziamento. In tal senso prende in esame anche la questione dell’affidamento del mandato del servizio pubblico da parte dell’autorità pubblica e la sua diversificazione, i necessari requisiti di trasparenza, il principio dei costi netti ed i meccanismi per il controllo finanziario.
La Comunicazione dapprima si sofferma sul concetto, il ruolo e le caratteristiche del servizio pubblico radiotelevisivo e sugli obblighi ad esso connessi nell’ambito dei SIEG (pt. 9-19), quindi passa ad affrontare il tema del suo finanziamento in un sistema di mercato concorrenziale in rapporto alle regole in tema di aiuti di Stato (pt. 20-79), per poi verificare l’applicabilità ad esso dei principi sui servizi audiovisivi offerti su nuove piattaforme di distribuzione tecnologiche in seguito ai processi di convergenza e di digitalizzazione che hanno dilatato gli spazi del mercato televisivo (pt. 80-97).
Essa quindi riprende in gran parte i contenuti della precedente Comunicazione del 2001 sugli aiuti di Stato per il servizio pubblico di emittenza radiotelevisiva, di cui costituisce un aggiornamento, tenendo conto dei risultati del lavoro svolto in seguito alle varie consultazioni pubbliche tenutesi per la sua revisione