nel numero 1 del 2012
La riforma delle professioni intellettuali
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La riforma delle professioni intellettuali era attesa da 30 anni.
Avviata dal Governo Berlusconi/Tremonti con le leggi 148/2011 e 183/2011 è stata conclusa dal Governo Monti/Passera con le leggi 214/2011 e 27/2012: quattro leggi complesse in otto mesi. Le ultime due leggi hanno corretto in particolare la prima e la seconda: si era stabilito inizialmente che gli Ordini andavano cambiati entro l'agosto del 2012 e che se ciò non fosse successo, gli Ordini erano automaticamente abrogati.
L'autore dimostrerà, esaminando le 4 leggi, che la nuova normativa ha un punto forte quando afferma che l'accesso alle professioni è libero e il suo esercizio è fondato e ordinato sull'autonomia e sull'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica del professionista. Il richiamo all'indipendenza di giudizio del professionista assurge ad un preciso diritto-dovere in relazione al concreto svolgimento dell'attività. Le professioni non tollerano da oggi in avanti vincoli che le limitino.
Gli ordini, comunque, escono indeboliti dalla riforma, perchè hanno perso il campo della deontologia, che sarà gestita dai Consigli di disciplina a livello locale e nazionale. Gli ordini si occuperanno in sintesi delle iscrizioni all'Albo e al Registro dei praticanti, della formazione, della pubblicità informativa degli iscritti e dell'esame di Stato.