nel numero 1 del 2010
Per un obbligo delle comunicazioni pubblicitarie di impresa
5,00€
L’evoluzione delle pratiche commerciali e dei sistemi di comunicazione mette in evidenza l’attuale inadeguatezza della disciplina in tema
di pubblicità e di comunicazioni commerciali.
L’efficacia dei vari sistemi di sollecitazione al consumo di beni e di prodotti induce ormai a ritenere che debba essere definito come attività
pubblicitaria l’insieme di tutti i segnali finalizzati alla promozione sia diretta e sia indiretta di prodotti o di servizi. Per conseguenza, nell’ambito
della diffusione o comunicazione pubblicitaria diventa necessario ricomprendere qualsiasi forma di presentazione all’esterno del prodotto
o del servizio. Rientrano, perciò, nella categoria anche l’etichettatura, l’imballaggio, il marchio, il cosiddetto confezionamento in senso lato.
A tale configurazione più ampia della nozione di comunicazione pubblicitaria si affianca la notazione che il processo di convergenza tecnologica
ha radicalmente mutato gli spazi della cosiddetta pubblicità interattiva, che è divenuta sempre di più lo strumento idoneo per veicolare
un messaggio pubblicitario che, attraverso l’iniziativa e le richieste del potenziale acquirente, finisce con l’assumere una dimensione personalizzata e, come tale, più efficace.
La breve descrizione della configurazione assunta dalla comunicazione pubblicitaria induce a rivisitare alcuni aspetti della relativa disciplina
interrogandosi su quali prospettive e quali principi debbano essere utilizzati per una complessiva riconsiderazione della materia.
Il primo tema che deve essere affrontato, e che è oggetto delle presenti note, è quello della esistenza di libertà o no nella comunicazione pubblicitaria.