Politica e comunicazione
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Politica e comunicazione sono due termini sempre andati a braccetto. Il punto di connessione è dato dalla circostanza che la politica si regge sul consenso e che la comunicazione è strumentale all’ottenimento del consenso. Si tratta di un nesso presente a prescindere dal carattere democratico o no delle istituzioni. Anche nelle dittature, come insegna la storia, la macchina della propaganda e, perciò, della comunicazione gioca un ruolo essenziale nella conservazione del regime. Nelle democrazie la differenza sta nel fatto che essendovi opinioni politiche in concorrenza, gli strumenti di comunicazione attraverso cui le opinioni sono diffuse offrono differenti punti di vista. Il che può avvenire sia perché il medesimo strumento di comunicazione dà conto delle varie opinioni politiche e sia perché vi sono strumenti di informazione, strettamente funzionali ciascuno alle differenti opinioni politiche, che ne costituiscono uno strumento privilegiato di diffusione (si pensi a quelli che sono stati i giornali di partito).
In questo schema, colui che opera nella comunicazione gioca un ruolo fondamentale: intermedia tra il pensiero politico ed i cittadini, cercando di cogliere del primo gli aspetti essenziali e di sostanza, in modo da trasmetterli ai secondi nel modo più chiaro e comprensibile. Certamente, nello svolgimento di questo ruolo ha un rilievo centrale anche la personale ideologia di chi opera nella comunicazione. Tuttavia, maggiore è il rigore professionale, maggiore è la trasmissione di un contenuto articolato, capace di veicolare anche le implicazioni sostanziali del messaggio politico.